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Il fascino degli antichi miti rivive oggi nelle immagini del cinema. Questo libro si propone, attraverso l'analisi di alcuni film di grande successo, di evidenziare questa radice mitologica, non sempre percepita dal grande pubblico e perfino dalla critica. Esso cerca anche di mostrare che proprio grazie ad essa il cinema dà voce ai grandi problemi dell'esistenza umana e si presta, perciò a uno stretto collegamento con la filosofia. Vengono esplorati così, attraverso la lettura di alcune opere di noti registi, il tema della ricerca del senso della vita di fronte all'incombere della morte ("Il settimo sigillo" e "Il posto delle fragole"), quello del rapporto tra verità e illusione ("The Matrix") e tra libertà e destino ("Minority report"), quello della salvezza dal vuoto e dalla mediocrità ("Teorema" e "L'attimo fuggente"), quello del rapporto tra corpo ed anima e della vita come opera d'arte e come dono ("Il pranzo di Babette"). Per ognuno di questi film l'autore addita il rispettivo mito di riferimento e la problematica filosofica che ne emerge, con riferimenti alla concreta esperienza personale e sociale di uomini e donne di oggi.